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Colesterolo: un killer silenzioso che non può essere sottovalutato

07 ott, 2022 | Return|

Il 40% degli italiani sottovaluta le conseguenze del colesterolo alto, ma le morti legate alle patologie cardiovascolari associate a questo grasso presente nel sangue rappresentano nel nostro paese il 34,8% dei decessi totali. Sono la prima causa di morte sia per gli uomini, con 98mila decessi l'anno, che per le donne, con 127mila decessi l'anno. 

Si tratta di un killer invisibile e silenzioso, per questo sottovalutato. Meno di un italiano su due non conosce ancora la differenza tra colesterolo “buono” e quello “cattivo”, non sapendo che è solo il colesterolo LDL ad essere dannoso per la nostra salute. 

Lo rivela una ricerca SWG presentata a settembre a Milano nell'incontro "La prevenzione che sta a cuore. Malattie cardiovascolari e colesterolo nei pazienti ad alto rischio: agire prima, in modo intensivo e efficace, per ridurre la mortalità". 

L'obiettivo della ricerca, condotta su un campione di oltre 1.200 soggetti di età compresa tra i 45 e i 74 anni, è stato quello di analizzare la conoscenza delle malattie cardiovascolari e la percezione circa le conseguenze dell'ipercolesterolemia. 

I dati emersi mostrano che 1 italiano su 3 ritiene che il rischio di mortalità legato all'ipercolesterolemia debba preoccupare solo chi ha problemi cardiaci pregressi. 

Altri dati mostrano che: 

  • il 20% non conosce neanche i rischi derivanti da alti livelli di colesterolo; 
  • per il 42% il controllo del livello del colesterolo dipende solamente dalla dieta alimentare e dall’attività fisica, trascurando quindi l’efficacia terapeutica; 
  • il 92% degli intervistati si dice convinto che i problemi cardiocircolatori possano essere evitati, ma la ricerca mostra che solo il 17% esegue visite di controllo periodiche. In pratica solo chi è già a rischio cardiovascolare. 

L’ipercolesterolemia è purtroppo una condizione cronica che ha un impatto anche sulla vita del paziente: sale fino all’80%, infatti, la percentuale di persone con colesterolo alto che dichiara di aver cambiato le proprie abitudini, con maggior riguardo alla vita familiare (24%) e perfino lavorativa (11%). 

Secondo Ciro Indolfi, presidente della Società italiana di cardiologia, le evidenze scientifiche dimostrano come il colesterolo LDL sia la causa delle patologie cardiovascolari e non solo un fattore di rischio. La sua riduzione dovrebbe rappresentare uno degli obiettivi principali per ridurre gli eventi cardiovascolari quali l'infarto miocardico e contrastare la mortalità globale. 

Fonti: Agi Salute, Sanità 24